martedì 7 febbraio 2012

Semiotica del testo giornalistico - Capitolo 4

CAP. 4 – LA GESTIONE DEL SAPERE

SAPERE E CREDERE: il sapere gestisce e si fonda su delle credenze dell'enunciatore, il far sapere induce e auspica delle credenze nel destinatario.
La gestione del sapere implica sempre un fare persuasivo e un fare interpretativo, l'enunciatore mira a persuadere il suo destinatario, che a sua volta è chiamato a interpretare i contenuti della comunicazione.

4.2: UN COMMENTO “OGGETTIVO”

CARATTERISTICHE DEL DISCORSO OGGETTIVANTE:
1.La spersonalizzazione del discorso (cancellazione delle marche dell'enunciazione)
2.L'astrazione (cancellazione dei deittici riferiti a tempo e spazio)
3.L'oggettivazione del sapere (enunciati modali aletici)
4.L'autenticazione del sapere (ricorso a riferimenti che fungono da fonti di autorità)
CARATTERIZZAZIONE MODALE: elaborazione che le modalità del sapere, vedere, potere, dovere subiscono a livello discorsivo, combinandosi tra loro >> il soggetto enunciatore sarà caratterizzato da un certo assetto modale e in base a quello modalizzerà il suo discorso con enunciati modali (espressioni che modificheranno lo statuto del suo discorso).
POTREMMO AVERE:
ENUNCIATORE SICURO: sapere e potere
ENUNCIATORE MOTIVATO MA INSICURO: volere ma sapere parziale
ENUNCIATORI COSTRETTI A DIRE MA NON PERSUASI DALLA VERITA' DI Ciò CHE DEVONO DIRE: dovere ma non volere, sapere vero che non corrisponde col sapere detto.
MODALITA' ALETICHE: definiscono un enunciato secondo le sue necessità.
MODALITA' EPISTEMICHE: definiscono un enunciato secondo la sua certezza in riferimento a un punto di vista.

4.3: LA REFERENZIALIZZAZIONE INTERNA

PROVE DI DISCORSO: i contenuti epistemici che l'enunciatore convoca ad autenticazione del suo sapere.
FALSA CITAZIONE: si offre al lettore un presunto discorso d'autorità che va a costruire un piano di referenza interna al discorso, si esplicita la base di un sapere, il riferimento epistemico (chi parla), per poi offrirlo al lettore come garanzia di attendibilità > si creano varie illusioni:
illusione della prova (parole altrui come prova di attendibilità
illusione della trasparenza (si fa mostra di citare le parole esatte)
illusione dell'intersoggettività (l'enunciatore sembra in sintonia con coloro che cita)

4.4: LA PROGRAMMAZIONE DISCORSIVA

Anche il discorso cognitivo procedere secondo una programmazione. In alcuni casi la programmazione del sapere assume una forma narrativa.

4.5: INFORMATORI E OSSERVATORI

Informatore e osservatore costituiscono due tipi di attanti cognitivi.
INFORMATORE: colui che organizza l'informazione, colui che pone il soggetto del percorso cognitivo nelle condizioni di poter sapere. Non è sempre una persona (può essere l'esperto o il web).
OSSERVATORE: si caratterizza per il suo fare ricettivo. Colui che osserva il percorso cognitivo del soggetto o i risultati del suo percorso e ne da l'interpretazione (es > il direttore del giornale, l'inviato).
Sono funzioni astratte, assumibili sincreticamente anche da un solo attore in fasi diverse del suo percorso.
Osservatore > punto di vista > chi produce una certa lettura dei fatti.
PROSPETTIVA: storia che si sceglie di raccontare. Osservatore > ci interpreta la storia.
FUNZIONE DELL'OSSERVATORE: triplice:
1.funzione percettiva
2.funzione cognitiva
3.funzione valutativa
FUNZIONE PERCETTIVA: rimanda al punto di vista in senso visivo. L'osservatore non può vedere tutto.
FUNZIONE COGNITIVA: selezione e distribuzione del sapere. L'osservatore ha una sua competenza modale che gli consente di filtrare e vedere alcuni aspetti e non altri dell'oggetto osservato.
FUNZIONE VALUTATIVA: deformazione che qualsiasi osservatore esercita sull'oggetto in virtù del proprio assetto patemico (credenze, opinioni, aspettative) e dei propri scopi pragmatici (convincere, aggredire, difendere...).

4.6: COMPETENZE E UNIVERSI DEL SAPERE

Non esistono soggetti neutri e trasparenti, ciascuno partecipa alla trasmissione del sapere con un bagaglio di competenze.
Nessun articolo dice tutto, se un giornale volesse dare insieme alla notizia tutte le informazioni per capirla, inquadrarla, spiegarla, si creerebbe una iper informazione inutilizzabile.
Ogni articolo presuppone già delle informazioni.
Il discorso cognitivo si appoggia sulle competenze implicite > il giornale associa il suo lettore modello a determinati universi del sapere.

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