mercoledì 1 febbraio 2012

SEMIOTICA DEL TESTO 2

I. La dimensione espressiva e la tematizzazione

1)Piano dell’espressione e piano del contenuto:

La semiotica distingue tra piano dell’espressione e piano del contenuto. Questa distinzione deriva da quella tra significante e significato ed è centrale nelle teorie strutturaliste. E’ di fatto una distinzione teorica in quanto separare espressione e contenuto è un’astrazione, essi sono irrimediabilmente collegati.

Piano dell’espressione: griglia->formati standard e tabloid ; scelte tipografiche e grafiche->lettering e titoli, infografica ; modalità di impaginazione->schemi a libro,stella e schermo.

Espressione = aspetto materiale immediatamente percepibile.

Piano del contenuto: montaggio delle notizie, sequenza delle sezioni,topicalizzazioni, tematizzazioni interne, etc.

Contenuto= aspetto mentale o significato.

Significante = rappresentazione del segno grafico, visivo, della scrittura come sistema (es. caratteri in maiuscolo e grassetto).

Significato: la valorizzazione semantica associata ( es. titolo o tema generale di cui si parla).

Segno = è una identità linguistica a due facce: concetto e immagine acustica. Questi due elementi sono intimamente uniti e si richiamano l’un l’altro. Il legame che unisce i due piani del segno è di tipo arbitrario.

2) Formati e schemi di impaginazione

Formato Standard = 40 x 55 cm circa. ( Corriere della Sera). Permette di includere molte informazioni ordinatamente. Permette anche la presenza equilibrata di testo e immagini e spazi pubblicitari con il ricorso a schemi fissi. Grazie alla sua organizzazione plastica produce un effetto di giornale razionalmente organizzato.

Formato Tabloid = 30 x 45 cm circa.( Il Foglio, il Riformista, La Repubblica ). Ha un ritmo spezzato ed è spesso associato ad una fruizione più rapida la quale non include nei suoi programmi l’approfondimento. E’ caratterizzato da una pluralità della direzione di lettura, fa ricorso a molteplici apparati iconografici e alle disposizioni topologiche a schermo. In Italia il tabloid non è associato allo scandalo quanto piuttosto ad una testata ( soggetto enunciatore) che assume le responsabilità della propria opinione, scardinando lo spazio tradizionale di una ideologia oggettiva.

Schermi di impaginazione:

Modello a libro = è il più tradizionale, la pagina è suddivisa in moduli e le notizie sono disposte secondo un movimento verticale. Modalità statica.

Modello a stella = tende a dinamizzare il precedente e si ha quando accanto all’articolo si dispongono a stella articoli più brevi, riquadri esplicativi, statistiche..

Modello a schermo = ha una gabbia che si apre su due pagine. Immagini, titoli e notizie si dispongono orizzontalmente come in uno schermo. Logiche informative e logiche spettacolari. La stampa sembra andare nella direzione della Tv, cornice a schermo, presa diretta, fotografie a carico passionale.

3)Organizzazione della pagina: semiotica plastica e figurativa e apparato iconografico.

Analisi Plastica:

Livello topologico: Posizione rispetto allo sfondo, immagine contornata o scontornata.

Livello Eidetico: Alternanza tra netto e sfumato, tra lineare e curvilineo, taglio dell’immagine e grandezza.

Livello Cromatico: Colori e sfumature, alternanza chiaro-scuro e lucido-opaco.

Analisi Figurativa:

Rappresentazione Astraente: pochi tratti rappresentano la figura reale.

Rappresentazione Iconizzante: molti tratti rappresentano la figura reale.

Immagine simbolo: Valorizzazione mitica. Ad esempio la fotografia di una coppia strappata-> /separazione/, la fotografia in bianco e nero->/passato/, l’insieme di fotografie-> /ricordo/. /xx/ = campo semantico

Immagine documento: Valorizzazione referenziale. L’attenzione è focalizzata sul tema riassunto e interessata alla testimonianza ( l’immagine ad esempio può proporre un frame del film di cui parla l’articolo offrendo in questo modo una documentazione visiva, di tipo diretto, focalizzando l’attenzione sul tema discusso.

Immagine emozione: Valorizzazione sostanziale/emotiva. Si cancellano i segni della messa in foto producendo un “effetto del vero”. Si enfatizzano i dettagli e si punta ad una forte emotività-> immagine intesa come verità sostanziale dei fatti.

Immagine gioco-interpretativa: Valorizzazione obliqua. Si costruiscono giochi visivi negando il valore referenziale. L’immagine altera attraverso procedure creative ( immagine scontornate, collage visivo) la percezione di un luogo..di un personaggio..

Analisi Comunicativa

Funzione documentaria = informa il lettore

Funzione manipolatorio-emotiva = manipola il lettore

Analisi Interdiscorsiva ( ovvero che relazione c’è tra l’immagine e l’articolo? )

Autonomia discorsiva = l’immagine è indipendente dal titolo/articolo

Relazione discorsiva paritetica = replica il contenuto del titolo/dell’articolo.

3) Tipologie di titoli e rapporto titolo-articolo-immagine. Associazione tra piano espressivo e contenuti.

Titoli Narrativi = Tendono al racconto

Titoli Iconici = Sono di forte impatto visivo

Titoli Patemici = Hanno un forte tono emotivo

Titoli interpretativo-Cognitivi = Danno una chiave di interpretazione, ad esempio assimilando più eventi o usando toni ironici.

Rapporto sintattico ( Come si posiziona il titolo rispetto all’articolo ? )

Titolo posto prima dell’articolo : anticipa il contenuto

Titolo posto centralmente: enfatizza alcuni aspetti dell’articolo

Titolo posto dopo l’articolo: ne riassume i punti salienti e pone la voce del giornale come interprete della realtà.

Rapporto semantico ( Cosa dice il titolo dell’articolo? )

Apporta la stessa quota semantica = funziona riassuntiva.

Non apporta la stessa quota semantica = O aggiunge informazioni->funzione informativa; o dice altro.

Rapporto pragmatico ( Quale funzione comunicativa riveste il titolo per il lettore? )

Funzione informativa e funzione riassuntiva = In entrambe i casi sintetizza il contenuto dell’articolo e lo informa sul (topic) tema centrale del testo.

In conclusione i titoli si differenziano su molteplici dimensioni:

Variano:

Quota informativa

L’enfatizzazione

Accento emotivo

Rapporto con l’immagine e l’articolo ( le connessioni a volte sono esplicite a volte simboliche)

Iconicità ( ovvero la capacità del titolo di richiamare gli eventi con un forte senso di realtà-> spettacolarizzazione del reale.

4) Trasparenza e ipermediatezza della pagina

Bolter, nel suo libro "Lo spazio dello scrivere" afferma che ogni tecnologia è un’evoluzione di quella precedente, un concetto che egli chiama principio di Ri-mediazione.

Ri-mediazione:

In Europa occidentale il passaggio dal codice al libro a stampa fu un ulteriore riconfigurazione, alla quale ultima in ordine di tempo si aggiunge ora quella legata alla scrittura elettronica. Ciascuna di queste transizioni può essere chiamata Ri-mediazione nel senso che un medium nuovo prende il posto del medium in uso, ereditando e insieme riorganizzando le caratteristiche di scrittura del precedente e riformando il suo spazio culturale. La ri-mediazione è una fase di competizione culturale tra due o più tecnologie della comunicazione. In questo senso possiamo dire che ogni tecnologia è nello stesso tempo un omaggio ma anche un oltraggio a quella precedente. Ad esempio il world wide web è il frutto dell'assimilazione e Ri-mediazione di quasi tutti i precedenti media visivi e testuali, (tv, radio , cinema, stampa).

Ri-mediazione a ritroso:

Sebbene anche un libro possa contenere immagini, esso ha quasi sempre regalato in posizione marginale e sussidiaria il materiale iconografico. Al contrario, nel www le immagini hanno spesso il predominio. Da questo punto di vista possiamo affermare che il web è una ri-mediazione delle altre tecnologie visive precedenti (fotografia, tv e cinema). La tarda maturità della stampa è una fase più visiva che linguistica.

Ma cosa sta accadendo in tale contesto, alla tecnologia della stampa e al testo scritto?

Sta accadendo che si sta assistendo a un processo di

Ri-mediazione simmetrica:

Le tecnologie meno recenti ri-mediano a loro volta quelle più recenti. Nel xx secolo infatti, la tecnologia digitale ha riconfigurato la prassi della stampa: la stampa digitale sembra propizia al pluralismo delle forme e dei contenuti. Il computer colloca i procedimenti della stampa alla portata anche di piccoli gruppi e perfino dei singoli. La ri-mediazione si esprime in due modi: libri stampati, riviste e giornali stanno cambiando visivamente e tipograficamente e si stanno dotando di una grafica più elaborata; lo stesso testo scritto si sta trasformando, dovendo rispecchiare la potenza culturale dell'immagine e cercare di tenerle testa. Quindi i media vecchi e quelli nuovi non fanno altro che ri-mediarsi a vicenda.

Ipermediatezza e trasparenza:

A partire dal rinascimento, la nostra cultura ha coltivato due attese opposte nei confronti dei media visivi: da un lato la

trasparenza dell'oggetto che vede il medium come una finestra (ad es. la pittura prospettica). In occidente artisti e fruitori di media visivi hanno generalmente guardato alla pittura prospettica, alla fotografia, alla realtà virtuale, al cinema, come media trasparenti.

D'altra parte non sempre artisti e fruitori desiderano che il medium si renda invisibile. A volte essi desiderano essere consapevoli anche del medium e perfino percepire il medium stesso più ancora del contenuto che trasmette, in questo caso diremo che essi mirano all 'ipermediatezza. Tra i nuovi media digitali. il www è quello più spesso caratterizzato dall'ipermediatezza. Il lavoro di ri-mediazione in qualunque medium si fonda dunque, su due strategie apparentemente contrapposte (immediatezza e trasparenza): A volte l'artista cerca di cancellare nel proprio lavoro le tracce del medium precedente e di convincerci che l'opera realizzata nel nuovo medium offre una rappresentazione molto più diretta del mondo; altre volte il medium precedente è rievocato e perfino posto in primo piano. La prima strategia è quella della trasparenza, la seconda dell'ipermediatezza.

Con ipertesti e iper-media, le oscillazioni tra guardare e guardare attraverso, tra trasparenza e ipermediatezza appunto, diventano una caratteristica importante e decisiva del moderno spazio dello scrivere.

5) Estetica dell’armonia, estetica della frattura.

Estetica dell’armonia: il giornale non spezza gli articoli con inserti iconici e verbali, mette in pagina un numero ridotto di pezzi. Simbolo istituzionale. In alto di solito si trova chiaramente la notizia del giorno.

Estetica della frattura: nel giornale lo spazio delle notizie è condiviso con grafici, vignette, fotografie e icone di vario genere. Alla frattura plastica corrisponde una frattura ideologica con una presenza enunciativa spesso politicamente meno allineata.

6) Tematizzazione interna ed esterna

Tematizzare significa inserire nella stessa pagina notizie che tra loro sono collegate per tema-argomento, il lettore è portato a inferire che vi sia un caso più generale, più vasto che non è contenuto in ciascuno dei singoli articoli, ma deriva dalla loro combinazione.

Tematizzazione esterna: è la selezione degli eventi notiziabili (scelte paradigmatiche), i fatti vengono definiti proprio dal ritaglio selettivo. Prima della selezione esiste un continuum di accadimenti che appunto sarà poi segmentato. La rottura della continuità è data anche non tanto dagli eventi intrinsecamente rilevanti, ma da eventi che infrangono la prevedibilità per stranezza, novità e grafica. Il percorso del fatto di cronaca è così sintetizzabile: lo strano presuppone l’imprevisto, l’imprevisto è la negazione del previsto, e il previsto presuppone il normale. Un fatto di cronaca quindi presuppone sempre una doppia informazione, una relativa alla notizia e l’altra allo sfondo contestuale da cui proviene.

Tematizzazione interna: è la distribuzione delle notizie nelle varie parti del giornale.

Il montaggio delle notizie segue un ordine:

Sequenziale-> successione delle pagine

Spaziale -> all’interno della pagina con presentazione simultanea

Interpretativo-> la notizia viene tematizzata

Le sezioni stabiliscono le linee secondo cui ogni testata mette in forma i fatti. Il notiziabile viene strutturato secondo un certo ordine che conferisce identità alle singole unità che lo compongono. Il quadro socio culturale è mutato, ad esempio la globalizzazione ha indebolito il rapporto tra politica estera e interna, lo sviluppo del panorama comunicativo ha modificato il rapporto tra cultura e spettacolo, la trasformazione dell’identità del quotidiano verso il settimanale.

7) Tematizzazione come processo di creazione della notizia

Nel collocare una notizia nella sezione Esteri, un giornale contestualizza un fatto all’interno di un orizzonte semantico dell’estraneità-> /è accaduto o accade lontano da noi/. La stessa notizia può esser collocata da un altro giornale nella sezione della Cultura ad esempio, contestualizzando il fatto all’interno di un orizzonte semantico che può riguardarci-> /sta accadendo non lontano da noi/. In questo modo il giornale può indurre il lettore a far proprie una serie di tematiche che magari possono non essere direttamente connesse con lui o ancora può “distrarre” il lettore da altre tematiche e allontanarlo da alcuni avvenimenti.

La struttura del fatto di cronaca varia quindi a seconda dell’intento della testata, la quale può scegliere verso quale direzione spostare l’asse semantico sfruttando anche e soprattutto i processi di messa in pagina. Come accennato in precedenza un fatto di cronaca presuppone sempre una doppia informazione, una relativa alla notizia e l’altra allo sfondo contestuale da cui proviene. L’evento notiziabile è tale solo se pone e oltrepassa un contesto “normale”. Il rapporto che lega notizia e sfondo è un rapporto di causalità. Nei fatti di cronaca si può notare una causalità degradata ( debole rispetto alle nostre aspettative) che suscita stupore ( ad es: “Pulizie al Palazzo di Giustizia, non si facevano da 100 anni”). Il percorso del fatto di cronaca è così sintetizzabile: lo strano presuppone l’imprevisto, l’imprevisto è la negazione del previsto, e il previsto presuppone il normale.

8) Tematizzazione e topicalizzazione, topic e isotopie

Sia i titoli che le immagini si collegano tra loro nella pagina e nel corso delle pagine creando una rete isotopica. Inserendo nella medesima pagina notizie collegate per tema il lettore è portato a inferire che ci sia un tema più generale rispetto a quello dei singoli articoli-> topicalizzazione. La topicalizzazione è quindi la scelta di trattare in una stessa pagina un certo numero di notizie. Essa individua un tema comune tra di loro. Il processo di topicalizzazione può formare vere e proprie argomentazioni nascoste del tipo “se x allora y”: Sequestrata partita di cocaina -> Piantagione di marijuana scoperta-> Statistica sui decessi dovuti alla droga.

Topicalizzazione di pagina: ( ad es. la testata può costruire negli articoli di prima pagina una semantica “del pessimismo” ).

Topicalizzazione di sezione: (ad es. la testata può costruire nella titolistica della sezione una semantica “della sfida” ).

Topicalizzazione di testata: ( la testata può costruire nella titolistica delle varie sezioni una semantica “della crisi” ).

Topicalizzazione diacronica: ( la testata nelle varie edizioni può connotare un’attenzione particolare verso un determinato tema, ad esempio il tema dell’e-book nella titolistica della terza pagina. Tale attenzione connota anche l’idea generale di un cambiamento delle abitudini di lettura e del superamento della carta, per mezzo di una iterazione del tema.

Tematizzazione = piano dell’espressione.

Topicalizzazione = piano del contenuto. Essa è un effetto di senso costruito come significato ulteriore rispetto al senso denotato ( connotazione). Si tratta di una istruzione semantica suggerita attraverso procedure stilistiche che costruiscono una determinata intenzionalità semantica.

Topicalizzazione implicita = è l’insieme di significati derivanti dalla giustapposizione e connessione di notizie apparentemente non connesse, rappresenta in modo indiretto la voce del giornale che orienta il lettore nella interpretazione delle notizie.

Topicalizzazione esplicita = con essa di fatto viene creata la notizia che rimarrà presente nel giornale per diversi giorni e ne veicolerà la voce. Essa riguarda in modo diretto i contenuti e costruisce la competenza del lettore.

Topicalizzazione implicita ed esplicita insieme costituiscono la Voce del giornale e quindi il concetto di Identità.

Per la costruzione dell’Identità ogni giornale deve:

· Mantenere riconoscibili i segni del proprio stile.

· Differenziarsi il più possibile dalle altre testate.

Si tratta di quello che Saussure definisce concetto di valore.

La messa in pagina comporta 3 operazioni:

Definizione di una gerarchia tra le notizie.

Articolazione di un rapporto sintagmatico tra le notizie.

Topicalizzazione

Topic = è il filo che unisce le varie notizie accomunandole. Il topic è l’operazione pragmatica compiuta dal lettore sul testo in base alla quale egli stabilisce di cosa si sta parlando.

Isotopia = è l’iterazione di componenti semantiche che permettono l’individuazione del/dei topic testuali.

II. La dimensione dell’enunciazione e i contratti di lettura

1) Il livello dell’enunciazione e il livello dell’enunciato, l’enunciazione come processo semiotico, la conversione nel testo dell’enunciazione, le strategie della complicità e della distanza e le strategie soggettivante ed oggettivante.

Livello dell’enunciato: riguarda i contenuti di un testo

Livello dell’enunciazione: riguarda la struttura comunicativa presente in ogni testo.

Ogni testo porta iscritti al suo interno i propri principi di comunicazione ( Greimas ).

Enunciazione come processo semiotico:

La tesi della semiotica è che l’enunciazione non appartenga al solo sistema linguistico, ma che sia possibile esprimere e individuare il rapporto emittente-ricevente ( enunciatore – enunciatario ) anche all’interno di testi di vario tipo: pittura, letteratura, cinema, pubblicità etc. Ad esempio nella pittura vascolare greca i vari personaggi si guardano tra di loro. In alcuni casi il personaggio guarda l’osservatore come a dargli del tu. Ciò significa che in pittura l’opposizione frontalità- profilo si incarica di esprimere le relazioni pronominali io-tu e l’opposizione io-tu / egli. Nel cinema la relazione io/tu viene espressa attraverso la ripresa soggettiva, lo sguardo in macchina, la messa in scena del set e così via. In letteratura il concetto di “voce narrante” e del “punto di vista” è connessa con i sistemi enunciativi. Le tracce di cui parliamo sono elementi testuali rintracciabili all’interno del testo. La differenza è tra dimensione comunicativa testuale ed extratestuale. Emittente/destinatario -> Enunciatore/enunciatario.

Conversione nel testo dell’enunciazione empirica:

Emittente empirico à enunciatore/enunciatario Testo Enunciatore/enunciatario à Ricevente empirico

Strategia della complicità: io/tu. Il soggetto viene segnalato esplicitamente. Si usa il pronome di prima persona nella lingua, lo sguardo in macchina nel cinema, l’inserimento del pittore tra i personaggi del quadro.

Strategia della distanza: egli linguistico. Il soggetto rimane nascosto. Ad esempio le figure di profilo nella pittura, l’assenza della voce dell’autore in letteratura in modo tale che l’enunciato risulti privo di riferimento a chi lo ha prodotto e dunque interamente proiettato verso la realtà che intende rappresentare. Lo scopo è quello di rendere oggettivo il messaggio anche se spesso accade che l’assenza di elementi enunciativi soggettivizzanti può essere più significativa della loro presenza.

La strategia della distanza cerca di oggettivare il caso massimizzando la trasparenza enunciativa e aumentando la distanza tra chi parla ( voce del giornale ) e chi ascolta ( lettore). L’assenza di citazioni dirette nel testo, l’uso della terza persona, e la presenza di una immagine in cui viene rappresentato ad esempio una sorta di dialogo tra soggetti di profilo rende l’articolo come una sorta di cornice oggettiva di quanto è accaduto-> Strategia della distanza = strategia oggettivante.

In altri casi l’articolo presenta il caso attraverso procedure che sottolineano la presenza di soggetti enunciatori, ovvero diminuendo la distanza tra chi parla (soggetti della notizia) e chi ascolta ( lettore). La presenza di citazioni dirette nel testo, l’uso della prima persona e la presenza di un’immagine in cui viene rappresentato un soggetto in maniera frontale ad esempio, rende l’articolo come una sorta di dialogo diretto col lettore, o comunque come un dialogo tra soggetti in cui il lettore si trova calato in maniera diretta. Quindià Strategia della complicità = strategia soggettivante.

2) Dèbrayage e embrayage

Dèbrayage = disinnesco., cioè atto di allontanamento dal mittente e destinatario empirici, reali, in favore della costruzione di loro simulacri all’interno del testo, in favore cioè dell’installazione di soggetti dell’enunciazione all’interno del testo. Il dèbrayage può presentarsi attraverso delle forme esplicitamente individuabili, come ad esempio un “io”, un “qui” e “ora”, quindi convocando le categorie pronominali, ma anche spaziali e temporali ( attori, spazi e tempi): pensiamo ad esempio ai reportage costruiti proprio sull’effetto di presenza. Una volta installato un tipo di dèbrayage, le categorie enunciative possono però continuamente modificarsi passando dall’io al lui o viceversa. Ad esempio un brano in terza persona può introdurre un dialogo, o una considerazione in prima persona. Oppure può presentarsi in terza persona con una strategia enunciativa che tende a produrre oggettività ( articoli di commento giornalistico). Con il termine Embrayage si indica appunto un’operazione di ritorno all’indietro.

3) Enunciatori delegati e stili di testata

Si è visto che nel testo è possibile individuare tramite dèbrayage e embrayage la presenza di un soggetto enunciatore che si manifesta con dei “simulacri” variabili nel corso del testo. Il caso del giornale: il quotidiano pur avendo una sua identità, è il risultato di più autori “empirici” : giornalisti, inviati, esperti, firme, etc.

Le varie voci del giornale vengono assorbite sotto il termine di “enunciatore delegato”. Il direttore è naturalmente l’enunciatore delegato della testata, colui che ne rappresenta l’identità. La presenza di questo enunciatore “forte” può variare in relazione ad una maggiore o minore trasparenza enunciativa: quanto più il direttore è presente ( fondi con cadenza e collocazioni fisse ), tanto più sarà marcata la riconoscibilità della sua enunciazione: identità tra direttore e testata. All’altro estremo si trova invece il caso in cui il direttore tende a scomparire come enunciatore delegato, producendo appunto una sorta di trasparenza della testata. Si tratta di due scelte strategicamente adottate che producono effetti di senso diversi: nel secondo caso parleremo di una testata i cui fatti sembrano essere presentati nella loro neutralità, la testata cioè non interviene con una esplicita posizione.

4) Strategie enunciative: informazione e commento. Deleghe enunciative: citazioni e interviste.

Per la semiotica le parole non riflettono il reale, ma lo significano. I linguaggi producono determinati effetti di senso, che possono essere effetti di reale, oppure produrre effetti di distacco oggettivo. Il reale va quindi considerato come un risultato del linguaggio, non un suo presupposto. Anche la distinzione tra informazione e commento, da questo punto di vista, risulta più sfumata. Per il fatto che la notizia pura non esiste dal momento che viene tradotta dal linguaggio il quale ne orienta l’interpretazione. La trasparenza della notizia è dovuta a una precisa strategia enunciativa. I fondi firmati stabiliscono una forte sintonia tra il direttore e la testata: anche enunciatore-testata e enunciatore-delegato sono due entità. C’e’ però un caso particolare in cui tale diversità è del tutto cancellata: il fondo non firmato.

Fondo non firmato = esso veicola una marcatura enunciativa forte della testata, il giornale parla direttamente.

Le funzioni dell’enunciazione degli articoli di fondo sono le seguenti:

· Stabiliscono e rinforzano il sistema di valori del giornale.

· Assumono una funzione di riorganizzazione cognitiva dei contenuti dei fatti della settimana orientando il sapere (attante cognitivo).

· Guidano “l’orientamento passionale” per il lettore, suggerendo atteggiamenti passionali.

Deleghe enunciative:

· Enunciatori di testata: Direttore, firme autorevoli, redazione.

· Enunciatori autorevoli: comunicano un’opinione personale per mezzo di un’autorevolezza personale derivante dalla competenza.

· Enunciatori esperti: comunicano l’opinione di una comunità, ad es. esperti di economia, diritto, scienza. etc.

· Opinionisti politici: sono l’insieme degli ultimi due gruppi, parlano a nome di un particolare gruppo sociale, politico o di appartenenza ( come ad esempio Galli della Loggia, Cacciari..etc ).

Tra i vari enunciatori individuali si stabiliscono relazioni diverse con la riconoscibilità dell’enunciatore-testata:

Congruenza di voci che costruiscono l’identità forte della testata.

Strategia di neutralizzazione che mira ad una imparzialità o equidistanza di fronte ai fatti ( Corriere della Sera).

Tipologie di citazioni:

Integrata nel testo: l’articolo fa propria la voce altrui senza segnalarlo, assorbe la citazione.

Integrata nel testo con segnalazione: l’articolo fa propria la voce altrui segnalandola con virgolettato.

Formalmente riportata come citazione: l’articolo mette in evidenza la voce altrui come discorso altro di cui non si assume la responsabilità.

Si può scegliere di riportare solo alcune voci e non altre : Selezione delle voci citate.

Si può riassumere la citazione e orientarla semanticamente: Sintesi riassuntive e orientamento semantico della citazione.

Si possono “montare le citazioni” al fine di far emergere un significato particolare: Montaggio narrativo delle citazioni.

Il ricorso alla citazione formale può tanto riferirsi allo stile soggettivante attraverso cui una testata costruisce una identità fortemente orientata, tanto essere una strategia neutralizzante:

Identità orientata: la selezione dei soggetti che parlano, sarà utile alla costruzione di un testo fortemente soggettivo ( riporto l’opinione o un giudizio di parte).

Identità neutralizzante: il ricorso alla citazione sarà interpretabile come pluralità di voci, anche discordanti, che offrono più punti di vista sui fatti, e dunque come strategia neutralizzante e oggettivante.

Dal punto di vista semiotica l’intervista occupa un ruolo importante nella costruzione delle strategie enunciative: alternanza di ruoli enunciativià enunciatore/enunciatario. I giornali contengono sempre più interviste in tutte le loro sezioni, ciò è dovuto alla tendenza alla settimanalizzazione e alla tendenza all’intrattenimento, si da la parola ad altri che non necessariamente condividono le opinioni della testata. L’intervista dal punto di vista linguistico rientra nella categoria del “discorso riportato”, citazione della parola altrui. Molto importante è l’uso delle virgolette nell’attribuzione della responsabilità enunciativa.

Funzioni delle virgolette: a) lettura ironica del contenuto tra virgolette. b) Segnalazione di una presa di distanza da ciò che viene detto. c) Segnalazione di una condivisione con le conoscenze del lettore, sottolineandone l’identificazione. d) Costruzione di un effetto di autorità dell’enunciazione.

5) Inferenze e presupposizioni del lettore

L’analisi semiotica si occupa non tanto del lettore reale (empirico) quanto piuttosto del lettore che è previsto e costruito dal testo.

Lettore modello: nozione con la quale si intende una strategia testuale che ogni testo iscrive al suo interno.

Il lettore modello è dotato di una certa “enciclopedia”, ovvero un insieme di valori e di conoscenze ( dizionario/enciclopedia).

Ogni giornale prevede una determinata enciclopedia, come pagine culturali e gli inserti che le accompagnano. Stratificazione di lettori modello ciascuno con una propria competenza. Il lettore modello è caratterizzato da una conoscenza che riguarda i fatti di cui si parla, è importante il suo sapere precedente; possiede un sommario e una enciclopedia specifica di un dato quotidiano da cui deriva un contratto di fiducia che lega i due poli dell’asse comunicativo.

La costruzione del lettore avviene su due livelli:

· Livello Cognitivo ( enciclopedia del sapere)

· Livello Passionale(interpretazioni passionali).

Lv. Cognitivo 1: Il lettore è dotato di una enciclopedia costruita da un insieme di conoscenze e sistemi di valori.

Lv. Cognitivo 2: Il lettore è dotato di conoscenze pregresse, il pregresso va attivato tramite sommari, riassunti e presupposizioni linguistiche (es. “ Il governo ancora battuto” ). Le presupposizioni semantiche sono parte integrante del significato letterale di una espressione e riguardano il funzionamento stesso del linguaggio. Esse non possono esser negate ( es. “Roma, non ci sono stati altri disagi per il maltempo”, il “non” non nega che in precedenza ce ne siano stati ). L’uso delle presupposizioni linguistiche può servire a far accettare implicitamente al lettore determinate posizioni o giudizi di valore.

Lv Cognitivo 3: Il lettore modello è dotato di una enciclopedia specifica relativa a un dato tipo di quotidiano.

Lv. Cognitivo 4: La lettura comporta un’attività inferenziale che porterà il lettore alla decodifica del testo. ( Il testo viene definito da Eco una macchina pigra intessuta di spazi bianchi).

Livello Passionale : il testo presuppone un desiderio di giustizia/rivalsa. Il lettore modello conosce le vicende giudiziarie pregressem i personaggi coinvolti, la relazione con la testualità afferente; si identifica con la giustizia e con una volontà di denuncia e rivalsa sulla criminalità; sa compiere operazioni intertestuali ( Gomorra) e leggere l’articolo come un genere testuale particolare.

6) I principi di cooperazione di Grice

Le inferenze vengono costruite a partire dalle presupposizioni. Le attività inferenziali si basano anche su dei principi generali di cooperazione ( Grice 1967). La cooperazione che il lettore è chiamato a dare si regge su un patto fiduciario con l’enunciatore e si basa su alcuni principi, massime. Si tratta di punti di riferimento per le operazioni interpretative, anche se difficilmente queste condizioni vengono rispettate alla lettera. E’ dallo scarto rispetto alla norma che il discorso acquista significato, e il lettore/ ascoltatore potrà ricostruire il senso implicito.

Massime della quantità : il testo fornisce al lettore informazioni e dettagli essenziali sulla vicenda. Ad esempio in un articolo si può parlare dello spread presupponendo che il lettore già ne conosca il significato, quindi il testo si limita a dare la quantità di informazione necessaria alla comprensione.

Massime della qualità: il testo fornisce al lettore le informazioni senza specificare in maniera esplicita le fonti ( corrispondenti, esperti in politica interna, comunicati stampa dei partiti etc). Il lettore anche in assenza di riferimenti espliciti alle fonti intenderà come vero quanto detto.

Massime di pertinenza: il testo crea accostamento tra una notizia politica ed una economica ad esempio, senza stabilire nessi causali espliciti ( spesso l’accostamento avviene per asindeto). Il lettore intenderà quanto detto come attinente ad un tema omogeneo, e dunque stabilirà nessi causali tra le due notizie.

Massime di modo: il testo fornisce informazioni attraverso un lessico chiaro e una costruzione narrativa in sequenza seguendo un principio di chiarezza.

7) Contratti di lettura e stili di testata

Contratti di lettura tra voce del giornale e lettore:

Informativi: quanto la testata non fornisce istruzione sull’interpretazione della notizia

Polemici: quando la testata assume una precisa posizione di commento sulla notizia.

Pedagogici: quando la testata spiega il valore e il senso della notizia.

Paritetici: quando la testata si pone sullo stesso piano del lettore ( pari competenze di osservazione).

Stili di enunciazione e contratti di lettura:

Stile soggettivante: l’enunciatore-testata si manifesta in modo marcato ed esplicito ai lettori orientando l’interpretazione della notizia.

Stile oggettivante: l’enunciatore testata tende ad occultarsi dietro una presentazione oggettiva della notizia, rinunciando a intermediazioni interpretative.

III. La dimensione narrativa

1) La narratività come struttura di base del racconto ( teoria azionistica di Propp )

Narratività = principio organizzatore di ogni tipo di testo, sia esso in senso stretto narrativo, sia appartenente ad altri ambiti testuali anche astratti, ad esempio come la scienza o la filosofia. In un testo giornalistico sono presenti due storie: quella enunciata, riguardante la notizia che viene raccontata, con un suo soggetto protagonista appartenente al mondo, e quella del giornalista, il quale compie la sua ricerca nel dare informazioni, controllare le fonti, etc..

Lo schema generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:

1. Equilibrio iniziale (inizio);

2. Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);

3. Peripezie dell'eroe;

4. Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).

A interessare allo studioso sono le funzioni, cioè il materiale transitivo, l’operato di un personaggio determinato dal punto di vista del suo significato per lo svolgimento della vicenda. Scompare l’eroe, semplice oggetto di un Danneggiamento e amministratore involontario di una Mancanza,e con lui si eclissa anche l’idea di creatività autoriale, sottoposta ai vincoli plurimi nella sostanza delle funzioni, nella loro successione e nella scelta di quei personaggi “tenuti ad esplicare una funzione determinata”. Al discorso narrativo nella sua unicità di atto linguistico seguono l’intreccio e la fabula, mentre al termine della fase di meta descrizione si profila la “composizione”, cioè il modello narrativo ad un livello massimo di astrazione, dietro il quale Propp, malgrado il suo convinto antigenetismo, intravede “la forma originaria di tutte le fiabe di magia”.

2) Narratività come struttura di base dei testi ( teoria strutturalista di Greimas)

Greimas concepiva come una scienza della narratività modellata sulla “scienza pilota” della linguistica strutturalista saussuriana. La narratologia aveva il compito di elaborare una struttura per uno studio sistematico di “come” significa una determinata narrazione, in modo da spiegare il sistema semiotico grazie al quale le storie vengono create e riconosciute come tali. I racconti sorreggono il processo sociale attraverso cui si determina e si valuta il senso degli eventi, permettono la distribuzione della conoscenza degli eventi per mezzo di atti narrativi variamente separati da quegli avvenimenti nel tempo e nello spazio, e intervengono nella regolamentazione dei comportamenti comunicativi, in modo da permettere il coordinamento delle azioni dei partecipanti nella conversazione finalizzata alla concessione e trasmissione di conoscenza. Nella Semantica Strutturale lo scopo di Greimas è quindi quello di trovare i modi e i metodi con i quali capire il senso del mondo, delle cose e degli uomini. La semantica è la scienza del senso e il senso si nasconde sotto la forma che lo esprime.

3) Programmi narrativi ( PN principale, PN uso )

Un programma narrativo si definisce come l’insieme delle azioni che il soggetto mette in atto per potersi connettere con il suo oggetto di valore.

Attante: Ruoli o grandezze costanti che rappresentano le unità semantiche fondamentali dei testi narrativi e che sono inserire in uno schema sintattico. Si tratta di strutture formali astratte, ipotesi teoriche che non vanno confuse con gli attori o i personaggi che compaiono empiricamente nei racconti.

PN principale: indica ciò che il soggetto vuol fare, la sua storia, etc. ( ad es. un’immagine può raccontare la storia del soggetto).

PN di uso: sono costituiti da azioni strumentali rispetto al PN principale)

Esempio di analisi dei programmi narrativi nella foto:

PN1: l’immagine racconta la storia del soggetto (bambina/o nel momento della competenza). Il soggetto si dota di un poter-fare ( nascondersi per poi rivelarsi), in opposizione al non-dover fare implicito ( non disturbare).

PN2:La didascalia interpreta il PN1 come PN uso del PN principale “promozione del presidente” e sposta la narrazione al momento della performanza. L’immagine appare ora come azione in atto del PN principale che prevede come fine la promozione del presidente, e suo aiutante nella realizzazione.

PN3: Il titolo e la didascalia interpretano i PN 1 e 2 come uso inseriti nel PN principale “paragone tra le due campagne promozionali” e sposta la narrazione al momento della sanzione. L’immagine appare ora come azione conclusa dal soggetto giornale, e posta al vaglio del lettore attraverso la scrittura-commento.

4) Schema attanziale

5) Schema narrativo canonico

Tipologia di notizie sullo schema narrativo:

Complete: comprendono tutte le fasi dello schema

Preparatorie: incentrate sulla fase di manipolazione e della acquisizione di competenze

Performative: incentrate sull’azione

Sanzionatorie: incentrate sulla modalità della sanzione

6) Schema narrativo canonico e componenti modali:

IV. Narratività e scienze cognitive

1) La narratività: da ordine strutturale dei testi a organizzazione dei processi mentali (vd saggio Herman)

I racconti sorreggono il processo sociale attraverso cui si determina e si valuta il senso degli eventi, permettono la distribuzione della conoscenza degli eventi per mezzo di atti narrativi variamente separati da quegli avvenimenti nel tempo e nello spazio, e intervengono nella regolamentazione dei comportamenti comunicativi, in modo da permettere il coordinamento delle azioni dei partecipanti nella conversazione finalizzata alla concessione e trasmissione di conoscenza. Il racconto è una protesi della conoscenza della realtà, una forma convenzionale trasmessa culturalmente che è verificabile solo attraverso la verosimiglianza. Il racconto è in definitiva una versione della realtà in forma narrativa.

2)Schema e script e processi di memorizzazione e organizzazione narrativa dei discorsi, tipologie di discorso e testo narrativo.

Ogni nostra esperienza viene compresa sulla base di un modello stereotipico derivato da esperienze simili registrate nella memoria. Ogni nuova esperienza verrebbe valutata, perciò sulla base della conformità o meno, della corrispondenza o meno, rispetto ad uno schema pregresso. Di fronte a nuove esperienze ( esperite in prima persona o come spettatori) facciamo ricorso per la loro interpretazione a dei frames.

Schema o frame: modello stereotipico della realtà attraverso cui registriamo una esperienza e la manteniamo nella memoria con una etichetta contestuale ( rappresenta l’orizzonte di attesa relativo ad una situazione classificata). Da un lato serve a classificare i dati dell’esperienza e dall’altro serve a riconoscere i dati nuovi che via via si presentano sulla base del già esperito e classificato. Corrispondono a un database esperienziale destinato a divenire via via più corposo e che ci aiuterà a leggere le situazioni. Lo schema è il paradigma semantico di una porzione di realtà. Per quanto riguarda l’organizzazione narrativa, lo schema ci permette di riconoscere, attraverso indizi, il contesto in cui ci troviamo e di selezionarlo rispetto alle ambiguità di lettura.

Altrettanto importante è la capacità di codificare quello che avviene entro questi schemi astratti e che i cognitivisti chiamano script (microsceneggiature) e che si riferiscono a processi dinamici.

Script: modello stereotipico di un accadimento nella realtà, attraverso cui registriamo nella memoria una sequenza dinamica ( la quale rappresenta l’orizzonte di attesa relativo ad una azione classificata). Lo script è l’articolazione interna sintagmatica di un accadimento e costituisce il sistema di attese rispetto allo schema. Per quanto riguarda l’organizzazione narrativa, lo script ci permette di sapere come si agisce normalmente in quel contesto e di selezionare le azioni corrette rispetto alle ambiguità di comportamento.

Vi sono diversi tipi di script:

· Situazionali: relativi agli orizzonti di attesa di situazioni quotidiane.

· Personali: relativi ai ruoli ( il ladro, l’uomo geloso, il marito..).

· Strumentali: relativi alle micro azioni necessarie per raggiungere uno scopo.

Memoria semantica = memorizza gli schemata ( si ricorda meglio un testo che conferma gli story schemata-> cioè la corrispondenza tra contesto e significato.

Memoria episodica o sequenziale = memorizza gli script ( si ricorda meglio un testo strutturato secondo un modello di causa-effetto coerente ).

La narrazione come struttura testuale primaria, Tipologie di discorso:

· Narrativo

· Descrittivo

· Espositivo

· Informativo

· Argomentativo

Il testo narrativo è in grado di contenere qualsiasi tipologia discorsiva, perché richiede un materiale minimo per la sua comprensione, ha un alto grado di iconicità, è una struttura ricorrente e quindi molto nota nella formazione di un individuo.

Con la dicitura “A dominio generico” si traduce la capacità del testo narrativo ( racconto ) di essere associato a qualsiasi tipo di discorso, e di fornire in qualsiasi contesto una chiave di lettura dell’esperienza.

Analisi -> tipo Informativo

Racconto-> tipo Narrativo

3) Narrazione come strategia di problem-solving (segmentazione, nessi causali, tipologizzazione, sequenze, distribuzione dell’intelligenza):

Nel racconto l’attività di problem solving è organizzata come esercizio funzionale. L’intelligenza si distribuisce su due o più agenti producendo uno sforzo coordinato per la risoluzione del medesimo problema. Il racconto mediala relazione tra singoli utenti e singoli compiti, ma anche la relazione tra utenti e compiti in un sistema sovra individuale ( sociale ).

Uso mirato: il racconto viene usato in un contesto tipicamente narrativo (creazioni funzionali, conversazioni, etc.).

Uso calcolato: il racconto può essere usato in contesti non narrativi ( in maniera retorica, per screditare qualcuno, può servire a rappresentare ipotesi, scenari non reali di cui non è possibile fare esperienza diretta,etc. ).

Modalità attraverso cui il racconto promuove abilità cruciali di problem solving:

Segmentazione dell’esperienza: (creazione di unità malleabili)

Assegnazione di nessi causali tra gli avvenimenti (post hoc, propter hoc). Gestione dei problemi con la tipologizzazione dei fenomeni.

Organizzazione dei comportamenti in sequenze.

Distribuzione dell’intelligenza tra gruppi.

Segmentazione: è il processo attraverso il quale si parcellizza il flusso dell’esperienza in unità discrete riconoscibili e memorizzabili. Le storie permettono di organizzare l’esperienza inserendo dati in un inizio, uno sviluppo e una conclusione. Qualsiasi racconto deve finire anche se la storia raccontata è presentata come incompleta.

Semantica: ricostruzione di schemata e script, cioè di porzioni di esperienza riconoscibili.

Logica: creazione di segmenti narrabili (scene) dotati di inizio, mezzo e fine, dunque delimitati, coerenti, autonomi.

Formale: rispetto dai marcatori testuali e discorsivi delle pause e delle delimitazioni delle unità del racconto ( capitoli, paragrafi, pause, etc ).

Nessi causali: uno dei tratti della narrazione è rappresentato dall’azione di collegamento dei fenomeni in unità di ordine causale/temporale ( post hoc, propter hoc). Grazie alle proiezioni causali è possibile omettere alcune informazioni e lasciare che il lettore colmi con il meccanismo di inferenza narrativa ( anche quando mancano nessi causali si interpretano le sequenze come organizzate da tali nessi). Tipologizzazione: conciliazione di un modello generale e astratto (evento-tipo) ad uno concreto ed effettivo, particolare ( caso effettivo). L’infrazione del caso specifico al modello avvia:

· La narrabilità.

· L’organizzazione degli oggetti all’interno di classi.

Comportamenti di segmentazione: avviene su due livelli:

Comunicativo: il comportamento nella comunicazione del racconto ( turni di battuta, richieste specifiche di approfondimento, feedback, etc.)

Testuale: rappresentazione del comportamento narrativo nei mondi funzionali del racconto: ogni storia presenta protagonisti in grado di muoversi nello spazio e nel tempo.

Distribuzione dell’intelligenza: equivale alla relazione ambiente-individuo. L’individuo parla in un contesto già carico di senso. Marcatori della distribuzione: citazione, discorso riportato, riferimenti, etc. Meccanismo dello scarto: da una prospettiva interna si può risalire ad una sempre più esterna e generale, che raccoglie più punti di vista. Il racconto costruisce un ponte tra il sé e l’altro costruendo una rete di relazioni tra il narratore, i protagonisti di cui si raccontano le esperienze e l’ambiente che contiene tali esperienze. Il racconto costituisce uno strumento per moltiplicare le prospettive da assumere in determinati avvenimenti. Arricchisce il repertorio di eventi passati, presente e futuri.

V. La dimensione cognitiva e passionale

1) Informatore e osservatore, tipi di osservatore e funzioni. Scambi contrattuali e polemici. Mascheramento soggettivante e oggettivante.

Informatore e osservatore sono due attanti cognitivi.

Informatore: organizza l’informazione e mette il soggetto nelle condizioni di poter sapere. Può naturalmente essere rappresentato dalla testata, dalla voce del giornale, dal reporter, dall’inviato, dall’esperto, dal pentito, dalle fonti, dal web e così via..

Osservatore: è colui che osserva il percorso cognitivo del soggetto. Può essere rappresentato ad esempio dal direttore del giornale che osserva e commenta i fatti e con il suo editoriale. Si tratta di categorie astratte che possono essere assimilabili in un unico attante e variare nelle varie fasi del suo/loro percorso.

La categoria dell’osservatore può svolgere diverse funzioni:

· Funzione percettiva: è da intendersi in senso visivo, l’osservatore inquadra i dati della realtà dal suo angolo visivo, quindi non può vedere tutto.

· Funzione cognitiva: l’osservatore filtra i dati in base alle proprie competenze quindi selezionando alcuni aspetti piuttosto che altri.

· Funzione valutativa: l’osservatore proietta sull’oggetto d’analisi le proprie conoscenze, ma anche le sue opinioni, le sue aspettative, convinzioni. Inoltre legge i dati in base ai propri scopi pragmatici, convincere, difendere, etc.

Esempio di relazione CONTRATTUALE : l’uno vuol farsi conoscere, l’altro vuol conoscere.

Esempio di relazione POLEMICA: l’uno vuol farsi conoscere mentre l’altro NON vuol conoscere.

L’esito di questi scambi è il sapere.

Sappiamo dai semiotici che l’oggettività è solamente un effetto di senso. Greimas ha parlato quindi di un vero e proprio mascheramento, soggettivante e oggettivante, ogni volta, si tratta di individuarne le strategie e di mettere in luce come qualsiasi discorso oggettivo accolga al suo interno anche componenti soggettive. Non esistono soggetti neutri e non esistono quindi commenti oggettivi.

· Tendenza dell’informazione giornalistica al commento, all’approfondimento, all’interpretazione in un contesto mass-mediatico molto diversificato.

· Nonostante ciò il sapere veicolato dal quotidiano tende a presentarsi come oggettivo, vero.

· Oggettività come effetto di senso: mascheramento oggettivante e soggettivante.

Mascheramento oggettivante: è una strategia comunicativa che consiste nel mostrare il testo come oggettivo, neutrale rispetto al suo contenuto. L’autore non compare. Il testo compare come prodotto di una realtà già esistente: vengono cancellate tutte le marche dell’enunciazione; si usano forme verbali impersonali, si ostenta la neutralità e sparisce il soggetto narrante.

Mascheramento soggettivante: è una strategia comunicativa che al contrario della precedente fa leva sull’autorità dell’autore modello, il quale è rappresentato come presente nel testo e parla sovente in prima persona esponendo le proprie opinioni. Nel giornalismo viene usato spesso il mascheramento soggettivante al fine di far sentire la presenza dell’inviato sul luogo dei fatti permettendo di far leva sulla sua “autorevolezza” e di accentuare il processo di ricerca delle fonti come elemento di legittimazione della “verità” della notizia (reportage).

Far sapere = persuadere = far credere. ( Greimas). Equivale a portare qualcuno a riconoscere la verità di un fatto. Riconoscimento non in base all’adeguamento alla realtà referenziale quanto piuttosto adeguamento al nostro universo cognitivo.

La verità di un fatto è un effetto di senso, è la costruzione di un discorso che ha come funzione non il dire il vero, ma farlo sembrare. Questo far sembrare non ha come scopo quello dell’adeguazione con il referente bensì l’adesione del destinatario a cui si indirizza.

Strategie oggettivanti: (modalità aletiche)

· Spersonalizzazione del discorso ( cancellazione delle marche dell’enunciazione)

· Astrazione ( cancellazione degli elementi spaziali e temporali ).

· Autenticazione del discorso con ancoraggio a fonti d’autorità.

Effetti di referenzializzazione:

Attraverso la referenzializzazione d’autorità si ottengono diverse illusioni:

· Illusione della prova ( parole altrui come parole autorevoli).

· Illusione della trasparenza (citazioni tra virgolette)

· Illusione dell’intersoggettività ( l’enunciatore che cita sembra essere d’accordo con coloro che cita).

Nelle strategie oggettivanti l’oggettivazione del sapere avviene tramite enunciati modali aletici.

Enunciali modali aletici = si tratta di enunciati che sembrano dati una volta per tutti, perentori, che appartengono alla necessità ( deve essere così, non può non essere così..) e che si contrappongono agli enunciati modali epistemici.

Strategie soggettivanti: (modalità epistemiche)

Personalizzazione del discorso (vengono riportate le marche dell’enunciazione, chi sta parlando )

Contestualizzazione del discorso (vengono forniti i deittici spazio-temporali, il contesto della notizia.

Soggettivazione del sapere: (enunciati modali epistemici)

Autenticazione del sapere: si forniscono riferimenti, prove come oggetto di scoperta.

Enunciati modali epistemici = sono definibili in base alla modalità della certezza o incertezza e in riferimento ad un punto di vista : ci sembra di capire che..(incertezza, improbabilità)

2) Giochi modali e competenze esistenziali

Investimento timico: disposizione affettiva di base che investe tutte le nostre relazioni con il mondo, colorandole emotivamente.

Es. di passioni euforiche: felicità, ammirazione, speranza.

Es. di passioni disforiche: paura, incertezza, invidia.

Es. di passioni né euforiche né disforiche: indifferenza, apatia.

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